Fabrizio De André: storia di un poeta


16 February 2023 | Viola C. | Guide e recensioni
fabrizio de andre

Fabrizio De André nasce il 18 febbraio del 1940 a Genova, in una famiglia benestante. Si avvicina alla musica durante l'adolescenza, iniziando a suonare la chitarra. Dopo il liceo studia legge, gli mancano solo 6 esami per laurearsi quando decide di lasciare tutto e continuare a scrivere canzoni.

I suoi esordi musicali risalgono a fine degli anni '50, periodo in cui inizia a esibirsi nei locali genovesi. Il suo primo album, intitolato "Tutto De André", viene pubblicato nel 1966 ed è subito un grande successo.

La carriera di Faber si caratterizza per la sua attenzione ai temi sociali e politici, che ha sempre affrontato con una forte carica poetica e una grande sensibilità artistica. Le sue canzoni raccontano storie di emarginati, poveri, prostitute, alcolizzati e ribelli. Per questo viene ricordato come il "poeta degli sconfitti".

In molti si domandano spesso "perché Faber?". Il soprannome con cui è riconosciuto De André è stato coniato da Paolo Villaggio, grande amico del cantautore genovese, con cui condivise gli spericolati anni della giovinezza. Il nome fa riferimento ai Faber-Castell, un'azienda tedesca di pastelli e matite colorate, di cui l'artista era un grande appassionato.

Fabrizio è un poeta senza tempo, simbolo di un’epoca in cui le minoranze necessitavano di una voce grande quanto lo era la sua. Tuttora è considerato uno degli artisti più importanti della musica italiana.

Via del Campo: la Genova di Faber

A Genova puoi visitare i luoghi che hanno ispirato i testi del cantautore. Il viaggio inizia in Via Nicolaj, nel quartiere di Pegli, luogo dove Fabrizio nasce e in cui si può ammirare la targa commemorativa a lui dedicata. Con lo scoppio della guerra, la famiglia si trova costretta a trasferirsi in campagna, a Revignano d’Asti, dove il cantautore vive gli anni della sua infanzia.

Nel 1945 fa ritorno a Genova, in Via Trieste, dove vi trascorre la sua gioventù. Nel 1960 il padre affitta Villa Saluzzo Bombrini, nei pressi di Via Trento, una storica e nobile dimora costruita nell'XVI secolo. De André visse per alcuni anni in questa meravigliosa dimora, soprannominata “Il Paradiso”. Tuttavia, non si è mai rispecchiato, ne tantomeno inserito, nella classe borghese, bensì ne ha sempre criticato i comportamenti.

La vera storia prende vita qualche anno dopo, nel periodo che coincide con la cosiddetta scuola genovese. Questo è il nome attribuito alla generazione di giovani genovesi che intorno agli anni ’60 si riunivano per condividere la stessa passione: la musica. Gino Paoli, Umberto Bindi, Bruno Lauzi, Giorgio Calabrese, Luigi Tenco e ovviamente Faber, erano gli esponenti della corrente artistica che ha ridefinito questo periodo storico musicale. Celebre la canzone "quattro amici al bar" di Paoli, che richiama proprio gli appartenenti alla scuola che si incontravano al bar latteria Igea in Via Casaregis.

Non si può non includere Via del Campo, resa celebre dall’omonima canzone di De André. Un tempo considerato uno dei vicoli più malfamati della città, dove vivevano tutti quegli emarginati a cui ha sempre prestato attenzione nei suoi testi. Oggi vi si trova il museo Via del Campo 29 Rosso, dedicato appunto al cantautore, in quello che un tempo era il suo negozio di dischi preferito.

«Via del Campo, ci va un illuso A pregarla di maritare»

Altra tappa fondamentale è Piazza Cavour, luogo che ospitava il caotico mercato del pesce, le cui voci risuonano all'interno del brano Crêuza de mä. Cantato interamente in lingua genovese, è un omaggio alla sua città e agli scambi commerciali via mare che avvenivano nel Mediterraneo.

Infine, la meravigliosa Bocca di Rosa. Un testo che si prende gioco della comunità borghese e ben pensante della sua città natale. Ambientata nel quartiere di Sant'Ilario, fuori dal centro, dove puoi vedere la piccola stazione ferroviaria dove ha inizio la storia.

«Appena scese alla stazione Nel paesino di Sant'Ilario»

Qui, è anche posta un'opera dedicata al brano: l'acrostico di Max Manfredi, realizzato in marmo e posto all'interno di una teca.

Hotel Supramonte: l'amore per la Sardegna e il sequestro

Nel 1976 Fabrizio De Andrè e Dori Ghezzi si trasferiscono in Gallura, presso la tenuta L’Agnata da loro acquistata un anno prima. Il cantautore ha sempre avuto un forte legame con la Sardegna, isola che ha amato e frequentato sin dai primi anni '70, quando vi si recò per la prima volta con la sua compagna. Fu subito colpito dalla bellezza della natura e dalle tradizioni, che hanno di fatti ispirato molte delle sue canzoni.

Così la vita di Faber si inizia a dividere tra Genova, città Natale, e la Sardegna, isola da lui tanto amata. Qui comincia ad allevare maialini e vitelli, coltiva piantagioni di ulivo e viti. Realizza il suo sogno di bambino che tanto amava la campagna, investendo tutti i risparmi in questo progetto.

Questo rapporto subisce un brusco cambiamento di rotta il 27 agosto del 1979, quando il cantautore viene sequestrato, insieme alla compagna Dori, per quattro mesi circa dall'Anonima sequestri sarda. Questo drammatico evento tocca particolarmente la Sardegna, dove Fabrizio è sempre stato molto amato e rispettato. In segno di solidarietà gli artisti sardi organizzarono concerti di beneficenza per chiedere la sua liberazione.

La coppia venne rapita intorno alle ore 23:00, quando degli uomini irruppero in casa loro armati e col volto coperto, obbligandoli a salire a bordo di una Citroen targata MI. La ragione del sequestro era legata puramente ad un fattore economico: alla famiglia De André venne chiesto un salato riscatto per rilasciare la coppia. Alla fine vennero dati loro i soldi, consentendo la liberazione dei due ostaggi dopo 117 giorni. Alle 23.00 del 20 dicembre fu rilasciata Dori Ghezzi e alle 21.00 del 21 dicembre, invece, venne liberato Fabrizio.

Il sequestro ebbe un impatto profondo sulla sua vita e sulla sua carriera. Tuttavia, continuò a mantenere un legame forte con la Sardegna, ritornando spesso sull'isola e collaborando con artisti locali.

La banda fu interamente catturata e condannata. Nel 1985 Dori e Fabrizio firmano la domanda di grazia, presentata al Presidente della Repubblica, per Salvatore Vargiu, il vivandiere del gruppo. Dichiararono inoltre che i rapitori si erano sempre comportati in modo gentile nei loro confronti, tanto che pensavano che sarebbero stati rilasciati a prescindere dai soldi.

La vicenda del sequestro ispirò la produzione artistica del brano Hotel Supramonte, incluso nell'album L'indiano, pubblicato nel 1981. Il massiccio del Supramonte di cui parla nel testo è stato il nascondiglio di molti famosi criminali sardi, ma la coppia non venne mai tenuta prigioniera lì.

Il cantautore ha sempre espresso grande gratitudine nei confronti di questa terra e dei suoi abitanti per il sostegno e l'affetto dimostrati durante il sequestro. Un legame intenso e profondo, segnato da momenti di grande gioia e di grande dolore, che hanno lasciato un'impronta indelebile sulla sua vita e sulla storia dell'isola stessa.

La meravigliosa tenuta ristrutturata dalla coppia è adesso un boutique hotel aperto a tutti, in cui si può respirare l'arte e la musica di Faber. Non ti resta che acquistare i biglietti del traghetto per la Sardegna e vivere un'esperienza indimenticabile, in una delle terre più belle al mondo.

Per sempre De André

Fabrizio De André muore all'età di 58 anni il giorno 11 gennaio 1999, alle ore 2.30, presso l'Istituto Tumori di Milano, dove era ricoverato già da molto tempo. Il suo stato di salute è sempre stato avvolto da grande riservatezza, tanto che nell’autunno del 1999, dopo le prove di un concerto a Saint-Vincent, che decise in seguito alle prove di annullare, aveva pubblicamente dichiarato di avere un'ernia del disco.

Fabrizio muore per la sua dipendenza per il fumo, circa quattro pacchetti al giorno di sigarette, la stessa che l’ha salvato durante i mesi i cui fu rapito.

Ai funerali nella basilica di Santa Maria Assunta di Carignano, il 13 gennaio, parteciparono oltre 10mila persone. All'interno della sua bara sono stati messi un immancabile pacchetto di sigarette, una sciarpa del Genoa, la sua squadra del cuore, un naso da clown, alcuni biglietti e un drappo blu. Per sua volontà le ceneri vennero disperse nel Mar Ligure. Tuttavia, il suo nome compare all’interno della tomba di famiglia al cimitero di Staglieno.

Le meravigliose canzoni di De André vivranno per sempre nei nostri cuori.


icona-viola Autore articolo: Viola C.

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